Stop al "turismo professionale"

Roma, 11 maggio 2011 - Valutare attentamente ogni richiesta di iscrizione al proprio Albo proveniente da soggetti che, laureatisi in Italia, hanno ricevuto da università spagnole la dichiarazione di equipollenza del titolo accademico italiano, senza però aver effettuato in Spagna nessuna ulteriore attività formativa teorico-pratica. E' il principale obiettivo del protocollo d'intenti sottoscritto dal presidente degli Economistas (i commercialisti spagnoli), Valentin Pich Rosell e dal presidente dei commercialisti italiani, Claudio Siciliotti. L'accordo nasce dalla necessità di arginare il crescente ricorso abusivo alle opportunità riconosciute dalla direttiva comunitaria 36 del 2005, relativa alla possibilità di esercitare l'attività professionale in un altro Paese dell'Unione europea. Un fenomeno di "turismo professionale" per il quale un numero crescente di nostri connazionali, pur intendendo mantenere il proprio centro di interessi economico-professionali in Italia, chiede il riconoscimento del titolo di laurea in Spagna e l'iscrizione all'albo professionale degli Economistas per poi chiedere il riconoscimento della qualifica cos? acquisita in Italia, al solo fine di eludere le nostre norme in materia di esame di Stato e, cos? facendo, coinvolgendo in negativo anche gli Economistas che, proprio per questo, hanno voluto siglare questo accordo.