COMMERCIALISTI, SE NON SI METTE PRIMA MANO ALLA SPESA, IMPOSSIBILE RIDURRE LE TASSE. MA LA RIFORMA FISCALE PARTA SUBITO
Data pubblicazione:
21/05/2010
Il 21% dei quasi 1.700 miliardi di euro (dato relativo al 2008) di debito pubblico è imputabile al periodo 1993 ? 2008. Nello stesso periodo la spesa pro capite per la sanità, in termini reali, è cresciuta del 51,7%, quella per la protezione sociale del 48,5% e quella per l'istruzione, secondo molti osservatori vittima di reiterati quanto indiscriminati tagli, è in realtà cresciuta anch'essa, seppure se solo del 2%. Sono dati forniti da Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, nel corso della sua relazione alla III conferenza annuale della categoria. Secondo Siciliotti, queste cifre sono la dimostrazione di come gli anni della cosiddetta "Seconda Repubblica" sono stati sicuramente più virtuosi rispetto ai precedenti, ma non abbastanza in termini assoluti. "Con questo debito e con questa spesa pubblica ? ha affermato Siciliotti ? bisogna avere l'onestà intellettuale di dire con chiarezza che è al momento impossibile prevedere una riforma fiscale che porti nell'immediato ad una riduzione delle imposte, nonostante ce ne sarebbe un urgente bisogno, dal momento che la pressione fiscale reale, al netto del sommerso, si attesta quest'anno al 51,57% con un aumento di quasi un punto percentuale rispetto al già clamoroso 50,77 da noi denunciato meno di un anno fa. Purtroppo, la riduzione della pressione fiscale deve essere però vista come punto di arrivo, piuttosto che di partenza, della stagione di riforme di cui abbisogna il Paese".